CHIRURGIA CRANIOMAXILLOFACCIALE

Con il termine di chirurgia craniomaxillofacciale si intende quella branca della chirurgia plastica che si occupa della correzione delle anomalie dello scheletro dell’estremo cefalico.

Tali anomalie possono essere: congenite, post-traumatiche e secondarie a tumori benigni e/o maligni.

Tra le anomalie congenite vanno considerate:

  • le malocclusioni secondarie all’anomalo sviluppo del mascellare superiore: proveniamo (III classe di Angle), morso aperto (II classe di Angle)
  • le malocclusioni secondarie alle labiopalatoschisi
  • le anomalie di sviluppo della mandibola e della faccia nella microsomia craniofacciale, nella sindrome di Goldenhar e nella sindrome di Franceschetti
  • le craniostenosi non sindromiche (scafocefalia, trigonocefalia, plagiocefalia, etc.)
  • le craniostenosi sindromiche (m. di Crouzon, s. di Apert, s. di Pfeiffer, etc.)

Tra le patologie traumatiche vanno considerate:

  • il trattamento acuto delle fratture della faccia, isolate in forma complessa, coinvolgenti la volta cranica
  • il trattamento delle deformità conseguenti a pregresse fratture della faccia

La patologia tumorale coinvolge direttamente la chirurgia craniomaxillofacciale in caso di neoplasie che originino dall’osso (osteomi, conformi, sarcomi) o indirettamente quando la lesione occupa una delle cavità della faccia, come la cavità orbitaria.