LA STORIA DI MARTINA
La storia di Martina inizia nel 2008 con un parto cesareo a termine.. La sua nascita doveva avvenire naturalmente ma lei decise di girarsi in pancia alle 2 di notte facendomi rompere le acque..
Lasciai Miriana a casa dello zio e ci avviammo in ospedale.
Da allora iniziai a capire cosa stava per succedermi… 52 cm di altezza per 3990 Kg ed un forte urlo non appena si affacciò al mondo.
I controlli andarono bene, tutto era nella norma ed io tornai in camera per allattare la mia piccola!
La nostra degenza in ospedale fu quella normale, 3 giorni e poi a casa dove iniziai a notare un leggero avanzamento frontale sinistro e una tendenza a non aprire l’occhio…
Una mamma sa quando qualcosa non va, anche se durante i controlli pediatrici del primo mese.. non venne rilevato nulla..
Dopo un mese durante il quale tutti i conoscenti avevano provato a dare la loro versione della ”cosa”, mi recai dal pediatra che dopo mia insistenza decise di osservare meglio il cranio, fotografarlo ed inviarlo a Roma..
Speranzosi, sebbene agitati, partimmo alla volta di Roma esattamente nel 46° giorno di vita di Martina.
La visita, però, rivelò che quella di Martina non era una malformazione posizionale ma una plagiocefalia cioè la chiusura anticipata della fontanella che quasi sicuramente necessitava di un intervento chirurgico definito: LUNGO, SANGUINOLENTO E PROBABILMENTE NON RISOLUTIVO.
Immaginate una mamma che aveva tanto desiderato una seconda figlia come potè reagire: un pianto inconsolabile e mille pensieri in un secondo invasero il mio cervello.
Mia figlia camminerà, parlerà, mangerà, capirà???
In quel momento facevo fatica a capire che la malformazione fosse ossea e non cerebrale..
Ritornai alla realtà quando il dottore mi disse: “ Signora, non le ho detto che sua figlia sarà diversa ma che dopo l’intervento dovrà controllarsi fino ai 18 anni..”
Il dottore la rivide a Bitonto durante un convegno al quale fui invitata e durante il quale mi fu comunicato che lo stadio della plagiocefalia era tale che l’intervento era necessario (mi parlò di lettere e numeri che ricordo vagamente..)
Attendemmo la chiamata con ansia; la prima volta rinunciai in quanto Martina era molto piccola, la seconda volta giungemmo a Roma con la bronchiolite e ci rimandarono indietro..
Ometto gli eventi negativi capitati alla mia famiglia fino al 13 giugno 2009 quando, parcheggiata nostra figlia grande da un’amica di famiglia, ci ricoverammo nel reparto di neurochirurgia del Bambin Gesù.
Dopo due giorni di esami, il 15 giugno alle 7.30 vennero a prendere Martina dopo un disegno a zig zag del dott.Procaccini sul cranio di Martina…con un taglio cranico così, mi fu spiegato, i capelli, ricrescendo, avrebbero nascosto la cicatrice.
L’intervento durò 6 ore: io e mio marito, tra pianti, preghiere e condivisioni, con altri genitori aspettavamo l’uscita di qualche dottore dalla sala operatoria per chiedere come stesse andando l’intervento, sperando di ascoltare solo le parole che volevamo sentire.. “ Signora, tutto bene. Ho fatto la mia parte, ora c’è il chirurgo plastico ecc”.
Dopo le 6 ore, Martina fu ricoverata al DEA dove potevamo vederla solo la sera..
Lo spettacolo che si presentò ai nostri occhi non fu piacevole: Martina dormiva, tutta fasciata in compagnia di un siringone di morfina.. nessuna parola tra me e mio marito, solo lacrime e sofferenza interna: nessuno voleva infierire sul dolore devastante dell’altro..
La notte trascorse con il timore di essere chiamati dall’ospedale in caso di eventuali problemi..
Al mattino seguente, Martina non era più al DEA ma era stata portata in reparto perché molto agitata: non sopportava il tubicino del drenaggio, saltava sul letto e animava il reparto..
Un misto di gioia, tristezza e non so dire altro mi invase e subito per calmarla ricorsi al metodo tradizionale delle mamme: il latte materno che calmò Martina e mi permise di parlare con i dottori in merito all’intervento durante il quale c’erano stati piccoli momenti di timore ma tutto era andato bene!
Cominciarono le medicazioni e fu terribile per me constatare che il povero cranio di Martina era stato ricucito con numerose ciappette.. sì, proprio quelle della cucitrice.
Fui forte soprattutto quando tornai al mio paese e per tutti Martina era reduce da un tumore in quanto calva e con la testa protetta dal sole.
Dopo varie visite a scadenza mensile, poi trimestrale e semestrale, mi fu detto che Martina avrebbe dovuto subire un secondo intervento sempre con apertura cranica in cui avrebbero dovuto intervenire i chirurghi plastici e lavorare sulle orbite.. un nuovo panico mi assaliva.. Martina aveva 15 mesi ed iniziava a capire..
Nuovamente al Bambin Gesù ma in chirurgia plastica diretta dal dott.Zama: nuovi amici di stanza, nuovi casi, nuove condivisioni.. Martina venne operata e subito riportata in stanza con il suo amico siringone e con lamenti durati tutta la notte più per l’impossibilità di muoversi che per eventuali dolori..
Nottata da incubo.. fortunatamente in compagnia della mia vicina di letto.. Antongiorgia e il piccolo grande Matteo..
Sì, l’esperienza ospedaliera è un momento altamente negativo ma socialmente positivo: ancora oggi alcune amicizie sono vive.
Martina si riprende e, dopo una settimana in cui fu necessario metterla in una stanza da sola in quanto un virus influenzale minacciava di annullare l’intervento appena avuto, imparò a mangiare tutto, grazie agli angeli-infermiere che a volte si incontrano.
Torniamo a casa.. felice e contenta, Martina riprende le sue lezioni di equilibrio su due piedi interrotte prima dell’intervento..
Un giorno incontra uno spigolo.. e sulla sua fronte molto sensibile dopo l’intervento, viene fuori un bozzolo duro..
Dopo un mio primo svenimento per l’estrema preoccupazione, chiamo a Roma e fisso un appuntamento in reparto..
Quel bozzolo che le mamme a scuola si divertivano a toccare non era un osso, come io ingenuamente avevo pensato, bensì una vite che andava rimossa per evitare eventuali infezioni.
Scesi dalle nuvole.. io mi ero rifiutata di leggere la cartella clinica e ignoravo completamente la presenza nella testa di Martina di 19 viti e 5 placche al titanio che furono rimosse nel terzo intervento a luglio 2011, pochi giorni dopo un matrimonio in cui la “mia patatina” era stata damigella…
Tra i tre interventi, ricordo questo come il peggiore: Martina aveva quasi tre anni, capiva molto di più, arrivava a Roma con faringo-tracheite…
Dopo la visita pediatrica propedeutica all’intervento, Martina fu lavata con disinfettante e preparata con il camice verde (odiato da me in quanto indelebile ricordo di ogni intervento)..
Un genitore aveva la possibilità di accompagnare Martina in sala operatoria e stare con lei fino a completo addormentamento: non ebbi il coraggio e mio marito accompagnò Martina.. un’esperienza atroce e molto forte emotivamente.
Dopo solo un’ora, Martina uscì dalla sala operatoria piangendo..
Immaginate il mio dolore pensando alla causa di quel suo pianto misto alla felicità di vederla fuori dalla sala operatoria: fino alla sera Martina vomitava anche sangue e non poteva bere né mangiare, cosa assurda per lei che è una buongustaia!!
Finalmente la notte passò ed il giorno dopo era una nuovamente la mia Martina, la mia grande quercia che anche questa volta aveva superato un’anestesia e un intervento chirurgico..
Da allora, ogni anno saliamo a Roma per la visita in reparto di chirurgia maxillo-facciale ed è una giornata che io vivo con molta tensione ma Martina come una vera giornata di vacanza in quanto partiamo da Bari alle 7 del mattino, giungiamo a Roma e dopo la visita riprendiamo il treno non prima di aver consumato panini e merende dello zaino e di aver fatto visita al McDonald’s..
Sono trascorsi quasi 10 anni in cui ne abbiamo vissute e ne stiamo vivendo tante: Martina ha un leggero strabismo verticale, una deglutizione atipica, l’allergia agli acari che ogni tanto ci porta a far visita al pronto soccorso ma in compenso Martina è una bambina vivace, socievole, felice di vivere, molto brava a scuola e amante della musica e della danza..
Ringrazio tutti i dottori che ho incontrato nella vita di Martina, il Bambin Gesù nelle persone dei dottori, degli infermieri che ci hanno sempre accolto con affetto..
Dopo la sua prima Confessione, quest’anno abbiamo festeggiato la sua Prima Comunione ed è stato per noi un momento di grande gioia per il traguardo raggiunto.
So che continueranno i controlli e che devo essere sempre pronta a tutto ma nella vita bisogna fronteggiare i problemi e non subirli..
Non è facile accettare i problemi che la vita pone davanti ma è ancor più difficile rifiutarsi di salvare la vita di TUA FIGLIA!